martedì 4 marzo 2008

1% ispirazione, 99% traspirazione

Genio si nasce o si diventa? E' arrivata una risposta scientifica dalla Cambridge University che ci dice di lasciar perdere l'idea che il genio, il talento o altre qualità innate creino le grandi menti della scienza e delle arti creative, le grandi scoperte e le grandi opere del pensiero o dell'arte o le grandi prestazioni dello sport: è invece una miscela di talento innato, studio e applicazione a produrre prestazioni record. Un motto attribuito a Ernest Hemingway sosteneva che il genio è 1 per cento ispirazione creativa e 99 per cento traspirazione (sudore, impegno). Sulla base della ricerca di Cambridge, il New Scientist aggiorna così la "formula della genialità": 1 per cento di ispirazione, 29 per cento di buone scuole, 70 per cento di lavoro.

La ricerca suggerisce in proposito una sorta di "regola dei 10 anni": per quanto sia solido il talento innato, occorrono almeno dieci anni di pratica, di lavoro serio ed intenso, per raggiungere la grandezza. Un'analisi su 120 atleti, attori, artisti, matematici e scienziati, condotta dal celebre psicologo Benjamin Bloom della University of Chicago, rivela per esempio che ogni singola persona esaminata ha impiegato almeno un decennio di studio ed esercizio prima di ottenere riconoscimenti internazionali. In più, solitamente, ognuno che ce l'ha fatta ha avuto un mentore, una figura chiave che lo ha aiutato e incoraggiato lungo il percorso.

Einstein era uno scolaro mediocre e svogliato, solo quando si è applicato rigorosamente al campo che lo appassionava, e per cui era dotato, è esploso.

Tiger Woods ha imparato a
usare la mazza da golf prima che a camminare, ma è stato l'inflessibile allenamento a farne il migliore di tutti (lo stesso si può dire di Pete Sampras o Michael Jordan).

Leopardi, autore di scritti straordinari sin da giavanissimo, ma frutti del sapere appreso sulle "sudate carte" sulle quali trascorreva notti intere.

Tratto da "LA REPUBBLICA" del 18/09/2006 a firma di Enrico Franceschini

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